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Klee, Paul.

Pittore svizzero. Fu anche ottimo incisore, dedicandosi a quell'arte soprattutto durante il primo periodo creativo. Nel 1898 fu allievo in Germania, il Paese di origine del padre, di alcuni corsi di pittura; ma egli fu essenzialmente un autodidatta. Un suo maestro indiretto si può indicare in Cézanne, per cui K. nutriva una particolare ammirazione. Compì viaggi in tutta Europa, visitando musei e gallerie, interessandosi a ogni argomento che potesse suggerirgli nuove emozioni artistiche. Fu in questo senso uno straordinario ricercatore e la sua tecnica espressiva non può essere classificata in alcune delle correnti pittoriche del suo tempo. Il colore e l'impostazione grafica si evidenziano con assoluta originalità. Il suo modo di dipingere si può genericamente definire astratto, in quanto ricerca della realtà invisibile. Il gioco cromatico, intenso e luminoso, richiama effetti di impressionismo. Il tratto grafico è però schematico, essenziale, come se le figure emergessero da un aldilà appena intravisto, percepito nell'attimo creativo. Sono figure emblematiche, spigolose, eppure sorridenti, accattivanti, con quella ingenuità un po' sofisticata che si riscontra soltanto nella pittura naif. Nel 1911 conobbe Kandinsky e sono di quel periodo (1911-1912) alcune pregevoli incisioni che egli presentò in una serie di mostre collettive. Dopo un viaggio in Tunisia, avvenuto nel 1914, si rese conto di quanto il colore fosse importante per favorire un'impressione, per illuminare uno spazio, per cambiare ed esaltare un ambiente. L'artista, che fino ad allora si era dedicato prevalentemente a disegni e incisioni, iniziò a dipingere su tela i suoi capolavori. La superficie dei quadri di questo periodo è stranamente contenuta, di dimensioni quasi minime. Le figure sono cariche di uno stupore inquieto, forse ancora drammatico, ma proposto con un'urgenza che appare irrimandabile. Nel quadro Senecio, del 1922, la figura ectoplasmica emerge dal fondo con un contrasto di colore quasi irrilevante: gli occhi, due cerchiolini irreali, evocano il mondo misterioso da cui essi provengono. Per nove anni, fin al 1930, K. tenne corsi di pittura su vetro alla Bauhaús, quindi per un breve periodo fu impegnato nella direzione dell'Accademia di Düsseldorf, incarico che dovette abbandonare nel 1933, probabilmente per contrasti intervenuti con il regime nazista, sospettoso di ogni ambiente artistico. Rientrò allora in Svizzera, a Berna, dove dipinse una nuova fitta serie di quadri. Usò tele di maggiore superficie, il tratto si fece più schematico, simbolo di una maturità sopraggiunta e impregnata di quell'amarezza da cui la vita non può prescindere. Esempio tipico di questa condizione artistica è il dipinto La morte e il fuoco, eseguito nel 1940, l'anno stesso della sua morte. Buona parte delle opere di K. sono conservate a Berna, alcune presso il museo di Belle Arti e altre presso la Fondazione Klee (Munchenbuchsee, Berna 1879 - Locarno 1940).